NECROPOLIS Parte seconda - Vendetta







Qualcosa di molto veloce si muoveva lì fuori, vidi un'ombra schizzare dall'altra parte della strada.
Ormai non c'erano più zombies così scattanti, nonostante le cure, anche i migliori non potevano che camminare con qualche difficoltà.

Quel guizzare mi turbò profondamente, e il servizio che avevo visto sullo stelegiornale mi tornò in mente.

Uno strano brivido elettrico mi scosse la testa, avevo una sensazione anomala, sentivo qualcosa riemergere dal mio inconscio, confuso e disorientato tornai a sedermi, sbarrai gli occhi e capii.

Era paura.

Avevo terrore di qualcosa che non ricordavo più, terrore di qualcosa che avevo sempre cercato di soffocare, terrore della vita.

Quello strano processo biochimico di cui noi morti viventi eravamo l'evoluzione, sembrava ora incombere come un maligno Batman su una innocente Gotham.

Avevamo cercato di sopprimerla, di estinguerla, ma l'idea che ora potesse essere ancora in circolazione era catastrofica. Eppure la gente continuava a vivere come se niente fosse, come se fosse successo chissà dove.

Ma questa volta non era così, non c'era un terzo mondo, c'era solo Necropolis.
Occhio non vede, cuore non duole, e così quell'ammasso di zombies impolverati preferiva tenere gli occhi chiusi e aprirli solo per guardarsi malinconicamente in uno specchio graffiato.

Fui preso dal nervosismo, seduto sulla mia sedia a dondolo, iniziai a graffiare i braccioli di legno,
e dopo non so quanti anni di onorato servizio, le mie unghie mi abbandonarono, per andarsi ad adagiare sul freddo alluminio che ricopriva il pavimento.







Un urlo mi fece sobbalzare, mi gettai contro la finestra e fu lì che lo vidi.

Due uomini e un bambino si trascinavano disperati fuori dalla loro casacomba, il piccolo morto si era aggrappato alla tibia del morto più grosso che si spingeva in avanti con gli occhi fuori dalle orbite dallo sforzo, l'altro cadavere ambulante spuntò dalla porta d'ingresso della casa a quattro zampe, emetteva urla terribili, mi accorsi poco dopo che gattonava perchè dietro di lui, il Vivo, lo teneva per le gambe che continuava a dilaniare a morsi.

Inorridito caddi all'indietro, il Vivo mordeva la carne marcia del morto e la masticava voracemente,
dopo averla ridotta in poltiglia la sputava sul cemento e continuava lo scempio.

Staccò entrambe le gambe all'individuo, poi si tuffò sul suo cranio e dopo averlo sfondato con un calcio, iniziò a tritare sotto quei denti perfetti i lembi di cervello del non morto che ormai giaceva inerme sul marciapiede.


Ero paralizzato dall'orrore ma non riuscivo a distogliere lo sguardo da quello spettacolo.
La Vita si stava riprendendo quello che gli era stato negato, e chiunque si sarebbe frapposto sarebbe finito in brandelli.



Dopo che ebbe finito con il primo, l'uomo animato da una forza demoniaca, macellò il piccolo zombie con il solo uso delle mani, poi usando le sue ossa sbudellò il più grande dei tre, che finì conficcandogli un femore in un occhio.

Coperto di materia organica, l'essere umano non sazio dei suoi crimini, scorse una donna passare nel vialetto accanto e dopo averla scrutata un attimo si lanciò all'inseguimento.


Mi guardai intorno, tastando gli oggetti come fossi cieco, mi stava venendo un attacco d'ansia ed ero morto. Assurdo, da cadavere non mi era mai capitato, avevo l'impressione che il mio cuore avesse ricominciato a battere, ma era ovviamente solo un sintomo del panico.

Poi udii un rumore secco molto vicino, forse era entrato in casa.

Zoppicai fino al ripostiglio e mi chiusi dentro.

Sentii una raffica di passi velocissimi avvicinarsi, e al suono del suo ansimare animalesco, ebbi paura di morire.

Poi d'un tratto capii.

Morire? Io?
Sono già morto, e neanche me lo ricordo bene.

Forse mettere fine a questo non voler mettere una fine era destino.
Forse era giunta l'ora di riposare in pace.
L'angelo della morte era arrivato in ritardo, così tanto in ritardo che avevo smesso di crederci.

Strinsi la maniglia della porta e la aprii, diedi un colpo all'anta e feci capolino fuori.

Il Vivo, che aveva di poco superato il nascondiglio, si girò e mi guardò con aria famelica, i suoi occhi erano posseduti da una furia poderosa, la Vita era tornata per fare strage di morte, e non intendeva avere pietà.

Ci fissammo per qualche attimo negli occhi, e ritrovai qualcosa dentro di me.
Il suo sguardo invece s'incupì ancora di più, digrignò i denti e scattò in avanti.
Io rimasi perfettamente immobile, e quando mi fu quasi addosso, urlai deciso "FERMO!"

Il suo stupore fu evidente, si bloccò a pochi passi da me e balbettò "m-m-ma tu p-parli.."

Rischiarai la gola, scatarrando un grumo marrone a terra, e risposi
"Certo che parlo,sono un morto, mica un cane"

Subito continuai "Perchè stai facendo questo?"

Il Vivo ribattè " Perchè devo. è la mia missione. l'ultima cosa che ricordo, sono i vostri denti gialli che affondavano nella pelle della gente. Sangue, sangue a fiumi, le strade sembravano campi di battaglia, avete squartato la mia famiglia, i miei amici, i miei simili. Avete sbranato l'umanità.Io sono qui per vendicare l'uomo, sono qui per infettarvi, dilaniarvi, distruggervi, così come voi avete fatto con noi.

Sono l'unico superstite della mia razza, e voi ora non siete altro che mummie putrefatte.
Mi riprenderò il pianeta. Sarò L'unico abitante della Terra, e quando anche io tirerò le cuoia,
 sarà il nulla."






(continua)



Commenti

  1. Se penso che ho sempre schifato le storie sugli zombies..la tua versione però mi affascina! A quando la terza parte?

    mita

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    1. io mi metto le dita in gola, però è il vomito che deve voler uscire, altrimenti posso starci per ore in quella fastidiosa posizione.

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  2. bello...mi sorprende, mi inquieta e mi fa sorridere...continua e che la tua creazione sia fulgida e controllata perché possa esser più libera... Ori

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  3. ahahah o Lu quando ti metti le dita in gola tu sbigozzi dopo un nanosecondo se stai di fuori!! :) comunque a parte cazzate stai scrivendo proprio una bella storia, coinvolgente e affascinante, mi piace tantissimo questo scambio di ruoli tra zombie e uomo, dove ora noi siamo i "cattivi", sei riuscito a centrare il punto e a descrivere la nostra vera natura di esseri senza pietà ed egoisti che pensiamo solo ai nostri interessi, alla nostra fame... continua così amico che hai un futuro da scrittore!

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    1. malok! carissimo! XD sei gentile e baròn!

      grazie del supporto!

      son contento ti piaccia il racconto :)

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