Riflessione sulla fotografia

La fotografia è diventata simbolo del nostro disagio.
Non ci basta più scattare una foto. Vogliamo il controllo. La perfezione.

è sempre più difficile trovare foto "vere".
sono frutto di un pensiero inoculato dalla cultura dell'apparire.

Abbiamo bisogno di manipolare la realtà fino ad azzerare ogni traccia di umanità.
Siamo idolatri della plastica.

Ci scattiamo migliaia di foto, perchè nessuna è perfetta
le cancelliamo, le visioniamo, le giudichiamo, pretendiamo la divinità.

Sostituiamo il fare esperienze con l'immagazzinare dati idealizzati.
Siamo ossessivi-compulsivi. Dobbiamo sopprimere ogni traccia di debolezza, mortalità.
Ambiamo alla scultoreità.


Ma noi non siamo foto in posa, noi siamo foto mosse,
siamo foto sfocate, di cattivo gusto.

Abbiamo gli occhi chiusi e le bocche aperte.
I capelli scombinati e  le mani protagoniste.

Siamo vittime dell'estetica preconfezionata che la televisione ci insegna.

Vorremmo che ogni nostro ricordo sia come la scena di un film, impeccabile.
Impeccabile e studiato.

Ci guardiamo da occhi-telecamere per essere attori di Hollywood.

Ma siamo materia organica, non alluminio
e i riflessi non sono giochi di luce sulla superficie,
ma emanazioni del nostro spirito.








Commenti

  1. Sante parole. Anzi, NON-SANTE, quindi vere, parole ;)

    Mita

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