SOTTO LE PALPEBRE

Ho vissuto tre ere in un secondo,
con gli occhi chiusi
e le mani sul mondo.

Ho pianto su mio figlio,
un prato.

Ho volato nei miei occhi,
sui mari del dubbio.

Ascoltato i miei santi
e i miei mostri di bava.

Coniato creature
improbabili e vere.

Ho abbracciato qualcosa,
e l'importante non c'era,
energia vivente che mi parlava.

Sono stato immobile.

In balia delle mie visioni.
Come un vascello,
in un tornado di poesia.

Eroe squattrinato,
guerriero spietato.

Salvatore, sognatore
                        vittima e dio.

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