Storia di un vialetto

Da bambini correvamo liberi sui nostri prati d'asfalto, su grate metalliche assassine
correvamo, l'aria era già blu, ma respiravamo,

i nostri polmoni sverginati cavalcavano le tempeste,
eravamo topi inarrestabili, e correvamo...

per ore, i motivi erano sempre diversi ma correvamo per la felicità di sudare e strillare.
correvamo per scappare, inseguire, giocare, rubare. correvamo.


e ogni passo, un battito di martello sul petto
e c'era sempre un nuovo arruolato,
e l'afa di agosto non ci fermava,
e all'arrivo della pioggia fuggivamo in garage,
e all'arrivo della pioggia, con le mani contro al vetro e gli occhi zuppi.



c'era sempre qualche vecchietto antagonista,
che ci minacciava dall'alto dei cieli, il telefono in mano, la polizia in bocca.





ora i vecchietti sono morti.
 ma i bambini non escono.


e non corrono.
e se corrono devono andare dallo psicologo.


ora il rumore del pallone dopo pranzo non assilla più la gente.
tana imprigiona tutti.

ora che c'è pace è l'inferno.

nessuno sanguina più nel vialetto.

correvamo.






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