Estatica


Arriva, usuraio come un orgasmo,
come l’ecstasy che riempie i polmoni
arriva
come il brivido caldo
che mi spreme fuori
attinge.

Cerco sintesi, sintesi
Sublimazione
Ottengo scarti genuini di una lavorazione afasica

Impulso dattilo-sessuato
Istiga al rientro.

Atto
Compenetrante.

Tremo tremo di un piacere sconosciuto
Che si erge da una serie di moltiplicazioni sensoriali
Connessioni ultragenuine
Partorite dalle scelte
Compilate dalle azioni
Seppur piccole
Seppure
Solo passeggiate
O ascolto
O visualizzazione.

Brivido tormenta
Ispido cane maturo
Che latrando accompagna una maturazione

Circoncisione dei vezzi
Poesia sessuata
Strati di suoni
Che come veli si posano
Su me
Si strappano
Insistono
Arrecano conforto e disturbo

E implodo finalmente
In una strana caleidoscopica eiaculazione
Ma non esce latte
Non esce
Si ritrova a comprendersi
Io non sono il profeta
Io non sono il profeta
Sono la massa
La canalizzazione
Il furto
L’amnesia
Circa
Di circa
Due secondi

Una botta in testa
Sfiga
Righe di sangue che finiscono
Stillano
Sulla paletta
Stracolma
Di sporco ammucchiato e mai raccolto.

“la vuoi l’antitetanica?”
“la vuoi?”
“si o no?”

Fai il richiamo
Fai il richiamo
Non il richiamo di qualche uccello
Non il richiamo
Fai il richiamo
Chi siamo?
Non lo sapremo a leggere
Fumetti scritti
Pensando ai cereali
Alle abluzioni.

Non lo sapremo a osservare
Dalì
Non lo potremo capire

Chi siamo?
Chi siamo?
Svastiche?
Stipsi?

Siamo i punti di ferro
Che collegano un codice

La linea gialla verde fluorescente
Che collega
Tutte quelle strane stelle
Messe a costellazione meccanica
Lì intorno
E non ci credo
No
Non è
Solo un’allucinazione collettiva
Da psilocibina e troppi sogni

No non è
Non ci credo
Non lo credo
Non lo vedrò mai più

Perché

Lo vedo sempre

Quando casco in mescalina sul prato
E le margherite si connettono

Quando respiro
Di marijuana fatto
Il cielo all’alba
E mi riempio di prana
Pioggia di scintille

Pioggia di scintille
Che a volte arriva
Anche dopo
Che sudo
O che respiro bene
Solo
Per un attimo per una mezz’ora.

I tempi
Non consistono
Non vanno non sono

I tempi non
Io non
E solo poi
Io
Io
E solo poi
Io
Ecco

Ora
Ora nella calma
Io
Tu
Che non sei nessuno in particolare
E in particolare
Sei chi amo

In particolare
Dentro sei simile al mio
Fuori simile al corpo
Dentro

Troppo a fondo
Simile
A un pozzo
Pieno
Troppo pieno
Pienissimo.

Un pozzo che
Fa fatica a finire
Che attraversa l’immortale
Che si riversa
Negli oltretomba di quasi tutte le culture.


Poi fischia un treno
Come quello di Pirandello.

Come quello
E io sono calmo
Molto calmo
Potrei volare schiaffeggiando l’aria
Come nei sogni dimostravo di poter fare.
Potrei essere quella dannata radio
Che di notte prima di dormire
Mi riempie di frequenze
Di voci,
presenze sparse.

Potrei scegliere
Di diventare un cannone
Sparare tutti i miei ricordi
Verso chi
Verso..
Ma non importa.

Non sono un’arma
Che possa nuocere
Non voglio nuocere
Voglio solo evolvere
Come un cristallo di ametista
Che cresce sotterrato
Coltivando la sua energia viola.

Voglio solo
Che la mia nera sofferenza
Sia tramutata.

Divenga l’oro
Che
Nelle mani di un essere di fango
Sia ciò che è stato per me
Quello scintillio blu
Di una morte per autocombustione.

Le ultime spoglie
Di una foglia
Che si arrendeva alla materia
Evaporando
Come spirito
E palesandomi il senso.





 




Commenti

Post più popolari