Lo strano essere di cemento

Un volto grigio in fiamme di cemento,
mi spia con il suo grosso occhio giallo.

Non ha pupilla, ne' vita.

Sospeso, vola per terra,
dietro la palma si mimetizza,
travestito da incrostazione calcarea.

Non credo sappia che io so,
anzi ora forse sì,
ha spalancato la bocca.

Eppure prima era zitto e tranquillo.

Ora è spaventato,
nudo e in trappola,
urla nuvole di vapore che annaffiano le foglie-coltello.

Le sue fauci vuote e frastagliate,
si richiudono lentamente,
come a volermi depistare,
ma ormai ne sono certo e non lo mollo.

Lo scrivo,
 fino all'ultima goccia di senso.

Perchè presto perderà la sua forma e tornerà da dove viene,
o forse resterà lì per sempre,
come una sveglia rotta e rossa,
o un orsacchiotto impolverato.

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