Nella mente mentre esagera

Libero di scegliere,
Pienamente funzionale,
Senza uno scopo finale.

Una pedana di sicurezza che fluttua nello spazio profondo,
Un gesto, e qualche attimo.

Un cambiamento di pressione, ossigeno,
Sangue, intelletto.

Peli dritti su superfici lisce e spigolose,
Rovi di more, succose e primitive.

Ci accampiamo,
Le umide labbra frusciano,
La saliva manca,
Ho sete, portatemi una birra.

Spicco salti che sono da volatile,
Come sto, piumato come un materasso,
In lizza per un ornitorinco parlante. Chiamatemi el monco.

Vivo da strato sociale sepolto nell'argilla,
Le sculture in me vivono e sputano.

Sono un quadro di Degas che non ha più tempo,
Non ha più parole e colori,
Per dipingere fiori di nulla alla trasparenza del metro.

Sono un ottagono e un cerchio,
Un padre e un figlio,
Un avido maniacale possessore di capelli neri,
Cresceranno come roseti mortali.

Le mie spine saranno il vostro Cristo.
Le mie parole vi accarezzeranno come cuccioli feriti.

È una partita a briscola, sul tetto di un furgoncino,
Una fiasca di pentotal e tre o quattro sacchi di verza.


ho fame portatemi il menù,
Non credo nei sughi pronti,
Ne' nei riti voodoo.

Ho fame datemi per spacciato,
Mi hanno ferito il costato con le frasi di benvenuto nel club del dormiente.

E quel preside ridicolo?

E l'altro? Quello comico.

Se le strade sono sette c'è sempre una grotta che va visitata.
Il mio parere non conta.

Commenti

  1. mentre leggevo la poesia sentivo gli ingranaggi del tuo cervello lavorare e abbinavo a ogni concetto una tua espressione del viso, ovviamente solo quelle di alcune foto tue che vedo su fb...è divertente!

    buon viaggio hombre,

    Mita

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