La valle dei bernoccoli

Quasi cilindrico il bernoccolo,
quasi un'estensione del cervello,
quasi un tumore,
un parassita.

Quali paranoie?
quali pipistrelli solcano i tuoi pensieri?
quali?

Era tutto racchiuso in un atomo,
forse di antimateria,
un secondo di luce,
nel profondo pozzo dell'universo.

L'iride spalancato,
alle botte di vento,
e alle occasioni.

L'iride spaventato e rotondo,
l'apice dell'estasi,
schiusa, fiorita,
da una ragnatela d'acqua,
fino ad un frutto fresco.

Filamenti di vita,
inorganica.

Caduti,
come cenere,
in balia della luce.

Un bacio tra due noci.

Si spezzano.
Scricchiolano.

E il parto avviene.

Un essere di velluto,
fluttua d'improvviso,
e cavalca la bora.

Le corna di qualche cervo,
si spezzano,
le foglie, rinsecchite,
si spargono sul mondo.

Il loro odore,
il loro marcio,
è socialmente accettato.

Il loro canto è profondo,
il loro lamento è un incanto,
il loro vero volto è un infarto.



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