La lunga barba del mare

Mare d'inverno,
granitico,
dune di niente,
spettri nel deserto.

Un grande corvo,
morto,
crollato a terra,
l'occhio bianco.

Una sedia in ammirazione,
posto di blocco,
quasi capitano,
o allocco.

La solitudine è misteriosa,
e parliamo con noi stessi.

Usiamo gesti inconsulti,
imprechiamo e ci contorciamo.

La spuma sulle onde,
critica il blu e lo graffia da sopra,
come un gatto,
camaleontico.

è un blu cobalto,
sull'asfalto, e macchie di giallo.


ho pace e dispiacere.

al contadino non far sapere,
quanto è buono il sugo col peperoncino.

Indosso in pace la mia aureola,
rubata a Baudelaire,
sporca di fango,
di scarafaggi.

Canto un'ode all'antimateria,
brindo alla vita che è una valanga.

Suono l'arpa del tempo,
corde di lancette,
pupille a spillo,
acca due o.

Limitati al dettaglio,
esteriorizza il concetto,
il colore, la vittima, la morte, il folletto.


Barba lunga,
barba folta,
pigra e incazzata.

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