Cento ponti e neanche uno

Sto dando,
 di matto,
per sovrastrutture,
costruzioni, socialità,
cose date per scontate.

Ma la vita,
come un sasso,
levigato, a punta, duro e flebile.

Ma la vita,
come quel lampo,
cade a terra, brucia il campo.

Ma la vita,
forse no,
cento ponti rotti e pronti,
per cadere,
dentro al fiume,
che trascina le rovine,
giù nel mare.

Ma la vita,
ma la vita,
ma le lune,
malelingue e male al collo.

Ho paura, di essere,
essere è, compito per:
mostri e stronzi,
viscidi e bruchi,
 mai sbocciati,
occhi chiusi,
perforati e pieni di pus.

Ma il mio calcolo,
in astinenza,
è solo aria, fetida e compressa,
è l'assaggio,
che fa paura,
che fa temere, piangere, disperare.

è il confronto,
è solo il dopo,
non il mentre, non lo scopo.

è la scelta, il problema,
una montagna che si scioglie e si scatena,
è la neve che piomba addosso,
la valanga non si ferma,
non sei mai abbastanza grosso.

e se ti muovi, sudi e muori,
e se stai fermo, vai all'inferno.

e se piangi, non sei vero,
e se ridi sei una merda sotto un treno,

e se bevi per non capire,
e se mangi, fumi, urli,
e vuoi scoppiare.

Niente è giusto,
tutto è a posto.



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