Due San Pedro e una cascata

Oggi, è ora.

è il momento dei "non capisco",
dei piedi nelle cascate.

Chi ce l'ha insegnato?

Cesare sale,
io prendo il sale,
di una pietra al sole.

Macro-micromondo.
Gli spostamenti della luce,
sono ottimi consigli.

Il suono appanna,
la verità, è sull'orlo del muschio.

Scrivo in bilico,
piegato sulla roccia.

Achuma insegnami ad amare.

La mescalina oggi è docile,
poca.

Eppure lo scorrere del tempo,
è inconsistente,
ed il suo suono effimero,
 e celestiale.

Achuma,
mago di luce su pietra,
tremula scossa,
padrecezione.

Gelatina dentro,
tribù fuori.

Accettato il corpo,
il mondo è paradiso.

La lucidità è folle.

Non lavorare è un atto di coraggio.

Le cascate sono azzurre di vita.
(sembra banale ma è vita)

Scende il sole,
il battito cardiaco,
segue l'assolo d'acqua,
 in caduta libera.


Mi sento pulsare,
e pulsa questa roccia materasso,
pulsa il muschio,
l'ombra.

Pulsa la vista,
tutto è fievole, gigante,
mutevole.

Ogni elemento regge il mondo,
tutti parte di un sistema immerso,
radici indispensabili.

Questo sentiero,
sempre più invisibile.

Salto di albero in albero,
di acqua in acqua.

Scalo i sassi,
scalo le pareti, fluide,
scalo i rapporti con gli insetti.

Gli alberi dalla pelle svestita,
penzolano,
come cadaveri in evoluzione.

L'inchiostro danza,
sotto le raffiche instabili,
di questa penna.

Ora sul fiume,
cambio penna,
nudo,
dopo il battesimo della montagna.

Ogni insenatura,
ogni foglia,
ogni gelida goccia.

Achuma,
forse ho capito,
l'amore non s'imbottiglia.

Si scurisce lo scorcio,
lurido di fango,
pulito.

Perdo blu,
ma qui non ho paura,
il bosco è vergine.

A piede libero.



Commenti

Post più popolari