Sangue d'aceto


Voglio dormire spalle a ridosso
Di una montagna secolare
Sepolta nelle incomprensioni.

Voglio voltarmi faccia al baratro
E riposare aspirando dalle nubi.

Voglio sedimentarmi
Raschiare
Lasciarmi essere
Finalmente il muschio
E non riprodurre più
I versi
Di finti fiori domestici.

Essermi grato
Di un sincero modo insperato,
misto come foschia
eppure di un diafano metallo.

Reggermi su dei piedi
Saldi sulla graticola
A bruciare di unità
E non dividere le ustioni.

Stendere la massa dei miei muscoli
Sulla via delle colline
A inglobare spighe
E acari
Piovuti dalle foglie.

Sorridere delle mie stolte
Magre vacillazioni,
e riscoprendole
quasi arterie fondamentali
issarle sui bordi delle mie rotule
e girare in strada
spifferando dei miei non so.

E mentre nelle menti altre
Io appaio ingrato
E si mutano il sangue in aceto

Io non faccio altro
Che
Prevenire l’incontrollabile
Giacendo con esso.

Sfilando dai miei denti
Asfaltato tra le mie gengive
Si può udire
Il motivo vero

Ma saranno pochi a guardarci
E ben inteso
Li capisco.




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